Le #fucine dell'#officinadelsapere
#Fucine. Prospettive per forgiare l'oggi e il domani.
In collaborazione con il Corriere del Ticino.
#USI25 #facciamoconoscenza #officinadelsapere #fucine
Alcune delle grandi sfide della contemporaneità e il ruolo che la conoscenza può giocare nel comprenderle e affrontarle. In occasione del 25esimo dell'USI, partendo dagli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU proponiamo una serie di dieci contributi in cui, con la guida di esperti USI, presentiamo e riflettiamo sugli ambiti della conoscenza in cui è attiva la nostra Università - architettura, comunicazione, diritto, economia, informatica, medicina e biomedicina, salute pubblica, scienza computazionale, scienza dei dati e studi umanistici - e sul loro ruolo di “fucine” di idee, prospettive e visioni per contribuire a forgiare il presente e il futuro. Ogni appuntamento, sulle pagine del Corriere del Ticino, muoverà da un obiettivo ONU e tre prospettive: una offrirà una fotografia più approfondita, le altre dei “flash” complementari.
Scopri i contributi
La serie
Un’università è per definizione un’istituzione dedita allo sviluppo e alla trasmissione della conoscenza, a servizio della società e in dialogo con la società.
Un editoriale del nostro Rettore Prof. Boas Erez e un'intervista al Presidente di swissuniversities Yves Flückiger introducono la serie di appuntamenti dedicati all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU.
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Ridurre le disuguaglianze
Cercando su Google immagini in tema di “sostenibilità” domina il verde. In effetti l’associazione più automatica in tutti noi è probabilmente quella con l’ambiente. Tra i risultati del motore di ricerca non mancano però rappresentazioni che ci ricordano che la sostenibilità è anche economica e, prima ancora, sociale. Un mondo più sostenibile è anche un mondo più equo, e viceversa.
Riflettiamo sull’obiettivo di sostenibilità #10, “Ridurre le disuguaglianze”, dalle prospettive della salute pubblica, della comunicazione e dell’informatica, insieme a Marta Fadda, ricercatrice presso l’Istituto di salute pubblica dell’USI; Lorenzo Cantoni, Professore presso la Facoltà di comunicazione, cultura e società dell'USI, direttore dell’Istituto di tecnologie digitali per la comunicazione; e Monica Landoni, docente e ricercatrice presso la Facoltà di scienze informatiche dell’USI.
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Città e comunità sostenibili
Il fenomeno dell’urbanizzazione è forse uno dei più spettacolari tra quelli avvenuti sulla Terra negli ultimi cento anni. Oggi più della metà della popolazione globale vive in città o in un agglomerato urbano, con stime fino al 70% entro il 2050. Questo sviluppo porta con sé molte opportunità in termini socio-economici, ma anche importanti sfide, specie sul piano dell’impronta ecologica e della qualità di vita delle persone.
Riflettiamo sull’obiettivo di sostenibilità #11, “Città e comunità sostenibili”, dalle prospettive dell'architettura, dell'economia e della scienza dei dati, insieme a Muck Petzet, architetto, curatore e dal 2014 Professore di Design sostenibile all’Accademia di architettura dell’USI; Barbara Antonioli Mantegazzini, economista e vicedirettrice dell’Istituto di ricerche economiche dell'USI (IRE); e Antonietta Mira, Professoressa di statistica, direttrice del Data Science Lab dell'USI.
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Energia pulita e accessibile
La questione climatica è una delle principali sfide del nostro tempo. A livello globale le emissioni di gas a effetto serra sono arrivate a quasi 49 miliardi tonnellate di CO₂ equivalenti. Nonostante l’impegno di diversi Paesi nel diminuire il loro impatto ambientale, i combustili fossili coprono ancora l’81,3% dell’energia usata nel mondo, con un calo, in 50 anni, di solo qualche punto percentuale. Cifre che aiutano a comprendere quanto sia cruciale, e tutt’altro che semplice, perseguire l’obiettivo di un’energia più pulita.
Riflettiamo sull’obiettivo di sostenibilità #7, “Energia pulita e accessibile”, dalle prospettive della scienza computazionale, della comunicazione e dell'economia, insieme a Rolf Krause, direttore dell'Istituto Eulero dell'USI; Suzanne Suggs, Professoressa alla Facoltà di comunicazione, cultura e società dell'USI; Massimo Filippini, Professore alla Facoltà di scienze economiche dell'USI, Istituto di economia politica, e al Department of management, Technology and Economics dell'ETH Zürich.
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Parità di genere
Fra i primi obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU troviamo l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione delle donne. In effetti, un’equa rappresentanza delle donne nel mondo del lavoro e in politica è un elemento fondamentale per un Paese che aspira a uno sviluppo socio-economico dinamico e duraturo. Il raggiungimento del quinto SDG è tuttavia ancora lontano. Anzi, secondo il WEF e il suo Global Gender Gap index pubblicato a marzo, il tempo necessario per colmare il divario di genere su scala globale è passato da 99,5 a 135,6 anni.
Riflettiamo sull’obiettivo di sostenibilità #5, “Parità di genere”, dalle prospettive del diritto, dell'economia e della comunicazione, insieme a Federica De Rossa, Professoressa straordinaria di Diritto dell'economia all'USI, direttrice dell'Istituto di diritto dell'USI, membra della Delegazione per le pari opportunità dell’USI e Giudice federale supplente al Tribunale federale; Giulia Savio, dottorata in Scienze economiche all’USI e ricercatrice Axa in Economia di genere presso Università Bocconi; e Sara Greco, Professoressa straordinaria di Argomentazione e Vicedecana della Facoltà di comunicazione, cultura e società.
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Pace, giustizia e istituzioni solide
Nel 2017, sull’onda anche della viralità di un hashtag, #MeToo, l’intera società occidentale si interroga sulla sua effettiva capacità di garantire alle donne diritti e giustizia sociale. Un esempio che sembra confermare il contributo che la comunicazione può dare verso società più inclusive e partecipative, capaci di reagire a iniquità e mancanze. Ma è proprio così? E, più in generale, la nostra società sta riuscendo a evitare fratture socioeconomiche che ne mettono a rischio la “pace”?
Riflettiamo sull’obiettivo di sostenibilità #16, “Pace, giustizia e istituzioni solide”, dalle prospettive della comunicazione, dell’architettura e dell’economia, insieme a Luca M. Visconti, Decano della Facoltà di comunicazione, cultura e società dell’USI; Martino Pedrozzi, architetto, docente all’Accademia di architettura dell’USI; Raphaël Parchet e Lorenzo Barisone, rispettivamente Professore e ricercatore presso la Facoltà di scienze economiche dell’USI.
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Imprese, innovazione e infrastrutture
Nel 2016, il fondatore e Presidente del WEF, Klaus Schwab, aveva affermato che "siamo sull’orlo di una rivoluzione tecnologica che altererà fondamentalmente il modo in cui viviamo, lavoriamo e ci relazioniamo". Si ufficializzava così la cosiddetta Quarta rivoluzione industriale. Se da un lato l’impatto di questa rivoluzione è stato più rapido e visibile per molti di noi, dall’altro la vera sfida a lungo termine riguarderà l’innovazione tecnologica applicata ai processi produttivi per raggiungere una maggiore efficienza e soprattutto più sostenibilità e inclusione. Infatti, tra gli effetti della "Industria 4.0" si teme l’incremento della disuguaglianza sociale dovuta all’impatto dell’automazione digitale sulla forza lavoro.
Riflettiamo sull’obiettivo di sostenibilità #9, "Imprese, innovazione e infrastrutture", dalle prospettive dell'informatica, della filosofia e dell'economia politica, insieme a Luca Maria Gambardella, Prorettore per l'innovazione e le relazioni aziendali dell'USI; Damiano Costa, docente del Master in Philosophy dell'USI; Giovanni Pica e Benjamin Lerch, rispettivamente Professore e assistente-dottorando presso l'Istituto di economia politica (IdEP) dell’USI.
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Partnership per gli obiettivi
L’ultimo rapporto sullo stato della salute e della sanità nei Paesi dell’OCSE ha sottolineato che lo shock generato dalla crisi sanitaria globale dovuta alla pandemia di COVID-19 ha fatto emergere in maniera evidente, soprattutto in Europa, una mancanza di coordinamento tra i vari Stati nell’adottare strategie urgenti e misure di contenimento efficaci e condivise per rispondere all’emergenza. Questa frammentazione ha riproposto ancora una volta il tema delle sinergie internazionali in un mondo profondamente globalizzato, dove il battito d'ali di una farfalla in Brasile può davvero provocare un tornado in Texas.
Riflettiamo sull’obiettivo di sostenibilità #17, “Partnership per gli obiettivi”, dalle prospettive della scienza dei dati, del diritto e della comunicazione, insieme ad Antonietta Mira, Professoressa ordinaria di statistica e scienza dei dati presso la Facoltà di scienze economiche dell’USI e direttrice del Data Science Lab dell’USI; Ernst-Jan Camiel Wit, Professore ordinario di scienza dei dati presso la Facoltà di scienze informatiche dell’USI; Ilaria Espa, Professoressa assistente senior di diritto internazionale dell’economia presso l’Istituto di diritto dell’USI; e Nele Langebraun, ricercatrice presso la Facoltà di comunicazione, cultura e società dell’USI.
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Sconfiggere la povertà e la fame
Per raggiungere, o perlomeno tentare di raggiungere, gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'ONU ci vogliono risorse e mezzi, che non tutti hanno in ugual misura. In effetti, per poter implementare la strategia di Agenda 2030 il popolo di un Paese non dovrebbe avere né fame né essere irrimediabilmente povero. Ed è per questo che l’ONU pone come primissimi obiettivi proprio la lotta alla povertà e alla fame. Ma come fare a mangiare se mancano i soldi per comprare il cibo, e come risollevarsi dalla povertà se non si riesce nemmeno a sfamarsi? È un classico circolo vizioso, che è difficile trasformare in virtuoso, specie in questo caso, data la complessità che caratterizza il problema della fame e della povertà nel mondo - una complessità che va affrontata con un approccio sistemico, considerando le reciproche interrelazioni, così come quelle con altre questioni di sostenibilità.
Riflettiamo sugli obiettivi di sostenibilità #1 e #2, "Sconfiggere la povertà" e "Sconfiggere la fame", dalle prospettive dell'economia, della comunicazione e della medicina e biomedicina, insieme a Paulo Gonçalves, Professore di Management presso la Facoltà di scienze economiche dell’USI; Michael Gibbert, Professore di Marketing presso la Facoltà di comunicazione, cultura e società dell’USI; e Davide Robbiani, direttore dell'Istituto di ricerca in biomedicina - IRB, affiliato all’USI.
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Salute e benessere
Nonostante i progressi in campo medico e l’aumento generalizzato della speranza di vita, anche nei paesi più avanzati la salute delle persone è ancora minacciata da diversi elementi quali l’esposizione a pandemie e l’aumento di malattie croniche come diabete, tumori e altre patologie correlate a fattori di rischio quali il fumo, l'inattività fisica, l'alcol, una dieta inadeguata e l’inquinamento. Tutti aspetti che concorrono a ridisegnare le sfide della medicina nei prossimi anni.
Riflettiamo sull'obiettivo di sostenibilità #3, "Salute e benessere", dalle prospettive della medicina e biomedicina, dell'informatica e della scienza computazionale, insieme a Giovanni Pedrazzini, primario del Cardiocentro Ticino, Professore ordinario presso la Facoltà di scienze biomediche dell’USI e Decano della stessa; Silvia Santini, Professoressa straordinaria presso la Facoltà di scienze informatiche dell’USI; e Vittorio Limongelli, Professore di farmacologia presso la Facoltà di scienze biomediche dell'USI.
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Lotta contro il cambiamento climatico
Come nella città di Leonia immaginata da Calvino, in cui ogni giorno si riacquistano beni di consumo nuovi fiammanti accumulando montagne di rifiuti sempre più imponenti, non ci chiediamo mai “dove portino ogni giorno il loro carico gli spazzaturai”: viviamo in una costante condizione di oblio e distrazione rispetto al tema della protezione dell'ambiente. Concepire l’uomo al centro di tutto ha ostacolato e intralcia tuttora l’azione contro il cambiamento climatico? O può invece rilanciare la protezione del nostro ecosistema? E ancora, cosa possiamo fare per ottimizzare le nostre azioni e ripensare i nostri paradigmi?
Riflettiamo sull’obiettivo di sostenibilità #13, “Lotta contro il cambiamento climatico”, dalle prospettive degli studi umanistici, dell'informatica e dell'architettura, insieme a Stefano Prandi, Professore ordinario di Letteratura italiana presso la Facoltà di comunicazione, cultura e società e Direttore dell'Istituto di studi italiani dell’USI; Cesare Alippi, Alberto Ferrante e Slobodan Lukovic, rispettivamente Professore e ricercatori presso la Facoltà di scienze informatiche dell'USI; e Sascha Roesler, Professore presso l'Accademia di architettura dell'USI.
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